E' sempre più frequente incontrare nelle pompe di benzina h24 qualche giovane immigrato che si improvvisa benzinaio, un modo intelligente e nuovo di racimolare qualche spicciolo si potrebbe pensare, invece la realtà è un’altra.
Sì tratta di un lavoro a tutti gli effetti per come lo si intende ai giorni nostri, e maggior ragione per gli immigrati: sottopagato, a nero, senza tutele, garanzie e diritti.
Il modo ingegnoso per arrotondare la giornata non è altro che un'altra faccia dello sfruttamento, dell'evasione fiscale, della furberia all’italiana. I benzinai assoldano i lavoratori immigrati, chiedendo prestazioni sette giorni su sette, per una paga settimanale di circa 35 euro. Una media di 5 euro a giorno, per stare al freddo, sotto la pioggia, senza un bagno e possibilità di bere.
Alle ore 20, orario di chiusura delle pompe, l'immigrato designato si trova già lì sul posto per il passaggio di consegne effettuato direttamente dai gestori della pompa, per iniziare un imprecisato turno notturno di circa 6-8 ore. Ibrahim ci spiega che «lavoro non c'è, bisogna prendere tutto» e i suoi occhi brillano di una malinconia di chi è rassegnato ad accettare condizioni di lavoro disumane nel paese dove pensava di trovare fortuna, o almeno una vita migliore.
Insomma dell'ingegno in tutto questo c'è davvero: quello dei benzinai che in questo modo vedono aumentare i propri profitti, approfittando della disperazione di chi non ha alternative.